La Comunità di fedeli di rito antico

La Comunità è un gruppo stabile di fedeli che si ritrovano per pregare, ascoltare la Santa Messa, formarsi spiritualmente e tenere viva la tradizione ambrosiana. 



Lettera Apostolica in forma di Motu «Proprio» del Sommo Pontefice Francesco «Traditionis Custodes» sull'uso della Liturgia Romana anteriore alla Riforma del 1970, 16.07.2021.

Custodi della tradizione, i vescovi, in comunione con il vescovo di Roma, costituiscono il visibile principio e fondamento di unità nelle loro Chiese particolari.[1] Sotto la guida dello Spirito Santo, mediante l'annuncio del Vangelo e per mezzo della celebrazione della Eucaristia, essi reggono le Chiese particolari, loro affidate.[2]

Per promuovere la concordia e l'unità della Chiesa, con paterna sollecitudine verso coloro che in alcune regioni aderirono alle forme liturgiche antecedenti alla riforma voluta dal Concilio Vaticano II, i miei Venerati Predecessori, san Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, hanno concesso e regolato la facoltà di utilizzare il Messale Romano edito da san Giovanni XXIII nell'anno 1962.[3] In questo modo hanno inteso «facilitare la comunione ecclesiale a quei cattolici che si sentono vincolati ad alcune precedenti forme liturgiche» e non ad altri.[4]

Nel solco dell'iniziativa del mio Venerato Predecessore Benedetto XVI di invitare i vescovi a una verifica dell'applicazione del Motu Proprio Summorum Pontificum, a tre anni dalla sua pubblicazione, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha svolto una capillare consultazione dei vescovi nel 2020, i cui risultati sono stati ponderatamente considerati alla luce dell'esperienza maturata in questi anni.

Ora, considerati gli auspici formulati dall'episcopato e ascoltato il parere della Congregazione per la Dottrina della Fede, desidero, con questa Lettera Apostolica, proseguire ancor più nella costante ricerca della comunione ecclesiale. Perciò, ho ritenuto opportuno stabilire quanto segue:

Art. 1. I libri liturgici promulgati dai santi Pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II, in conformità ai decreti del Concilio Vaticano II, sono l'unica espressione della lex orandi del Rito Romano.

Art. 2. Al vescovo diocesano, quale moderatore, promotore e custode di tutta la vita liturgica nella Chiesa particolare a lui affidata,[5] spetta regolare le celebrazioni liturgiche nella propria diocesi.[6] Pertanto, è sua esclusiva competenza autorizzare l'uso del Missale Romanum del 1962 nella diocesi, seguendo gli orientamenti dalla Sede Apostolica.

Art. 3. Il vescovo, nelle diocesi in cui finora vi è la presenza di uno o più gruppi che celebrano secondo il Messale antecedente alla riforma del 1970:

§ 1. accerti che tali gruppi non escludano la validità e la legittimità della riforma liturgica, dei dettati del Concilio Vaticano II e del Magistero dei Sommi Pontefici;

§ 2. indichi, uno o più luoghi dove i fedeli aderenti a questi gruppi possano radunarsi per la celebrazione eucaristica (non però nelle chiese parrocchiali e senza erigere nuove parrocchie personali);

§ 3. stabilisca nel luogo indicato i giorni in cui sono consentite le celebrazioni eucaristiche con l'uso del Messale Romano promulgato da san Giovanni XXIII nel 1962.[7] In queste celebrazioni le letture siano proclamate in lingua vernacola, usando le traduzioni della sacra Scrittura per l'uso liturgico, approvate dalle rispettive Conferenze Episcopali;

§ 4. nomini, un sacerdote che, come delegato del vescovo, sia incaricato delle celebrazioni e della cura pastorale di tali gruppi di fedeli. Il sacerdote sia idoneo a tale incarico, sia competente in ordine all'utilizzo del Missale Romanum antecedente alla riforma del 1970, abbia una conoscenza della lingua latina tale che gli consenta di comprendere pienamente le rubriche e i testi liturgici, sia animato da una viva carità pastorale, e da un senso di comunione ecclesiale. È infatti necessario che il sacerdote incaricato abbia a cuore non solo la dignitosa celebrazione della liturgia, ma la cura pastorale e spirituale dei fedeli.

§ 5. proceda, nelle parrocchie personali canonicamente erette a beneficio di questi fedeli, a una congrua verifica in ordine alla effettiva utilità per la crescita spirituale, e valuti se mantenerle o meno.

§ 6. avrà cura di non autorizzare la costituzione di nuovi gruppi.

Art. 4. I presbiteri ordinati dopo la pubblicazione del presente Motu proprio, che intendono celebrare con il Missale Romanum del 1962, devono inoltrare formale richiesta al Vescovo diocesano il quale prima di concedere l'autorizzazione consulterà la Sede Apostolica.

Art. 5. I presbiteri i quali già celebrano secondo il Missale Romanum del 1962, richiederanno al Vescovo diocesano l'autorizzazione per continuare ad avvalersi della facoltà.

Art. 6. Gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, a suo tempo eretti dalla Pontificia Commissione Ecclesia Dei passano sotto la competenza della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.

Art. 7. La Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, per le materie di loro competenza, eserciteranno l'autorità della Santa Sede, vigilando sull'osservanza di queste disposizioni.

Art. 8. Le norme, istruzioni, concessioni e consuetudini precedenti, che risultino non conformi con quanto disposto dal presente Motu Proprio, sono abrogate.

Tutto ciò che ho deliberato con questa Lettera apostolica in forma di Motu Proprio, ordino che sia osservato in tutte le sue parti, nonostante qualsiasi cosa contraria, anche se degna di particolare menzione, e stabilisco che venga promulgata mediante pubblicazione sul quotidiano "L'Osservatore Romano", entrando subito in vigore e, successivamente, venga pubblicato nel Commentario ufficiale della Santa Sede, Acta Apostolicae Sedis.

Dato a Roma, presso San Giovanni Laterano, il 16 luglio 2021 Memoria liturgica di Nostra Signora del Monte Carmelo, nono del Nostro Pontificato

FRANCESCO

NOTA 

Il rito ambrosiano non è citato nei decreti  Summorum Pontificum e Traditionis Custodes pertanto dipende dal caporito l'Arcivescovo di Milano. Ad oggi S.E.R. mons. Delpini non si è pronunciato in materia.


                       TEMPO di QUARESIMA

                                                                    Regola del digiuno e della penitenza

• Il primo venerdì di Quaresima (26 febbraio) e il Venerdì Santo (2 aprile) sono giorni di digiuno e di astinenza dalle carni (can. 1251).

• Gli altri venerdì di Quaresima sono di astinenza dalle carni.

• L'età che obbliga all'astinenza dalle carni (e all'eventuale esercizio penitenziale sostitutivo) è il 14° anno compiuto; hanno l'obbligo del digiuno tutti i maggiorenni sino al 60° anno iniziato.

Tuttavia i pastori d'anime e i genitori si adoperino perché anche coloro che non sono tenuti alla legge del digiuno e dell'astinenza a motivo dell'età, siano formati al genuino senso della penitenza (can 1253).

 


SANTO ROSARIO PER L'ITALIA E LA FINE DELL'EPIDEMIA  

Cari Amici, 
stiamo vivendo giorni molto delicati a causa dell'emergenza sanitaria provocata dall'ormai noto Coronavirus, che, solo in Italia, ha già causato la morte moltissime persone, il ricovero di centinaia di persone nei reparti di terapia intensiva e migliaia di contagiati.

Di fronte ad una simile situazione ed anche in considerazione del fatto che in Lombardia, come in diverse regioni del nord Italia, per noi fedeli non è attualmente possibile partecipare alla Santa Messa, riteniamo urgente e necessario affidarci alla preghiera e all'intercessione della nostra Madre Celeste, che è Avvocata potente davanti a Dio e ci ottiene Misericordia, attraverso la recita del Santo Rosario.

Consapevoli di avere questa potentissima arma, proponiamo a tutti i nostri fratelli in Cristo, a partire da 👉DOMENICA 8 marzo, alle ore 15:00👈 di tutti i giorni fino alla fine della Santa Quaresima, la recita del Santo Rosario (individuale) per la conversione dell'Italia, per spezzare la trasmissione del coronavirus, per coloro che sono malati, per i loro cari e il personale sanitario che li assiste, e per la Salvezza di coloro che sono morti.

"Prega e spera; non agitarti. L'agitazione non giova a nulla. Iddio è misericordioso e ascolterà la tua preghiera." (San Pio da Pietrelcina) .

La Comunità di Rito Ambrosiano Antico





Supplica alla Madonna di Pompei

da recitarsi l'8 maggio e la prima domenica di ottobre a mezzogiorno

I. - O Augusta Regina delle vittorie, o Vergine sovrana del Paradiso, al cui nome potente si rallegrano i cieli e tremano per terrore gli abissi, o Regina gloriosa del Santissimo Rosario, noi tutti, avventurati figli vostri, che la bontà vostra ha prescelti in questo secolo ad innalzarvi un Tempio in Pompei, qui prostrati ai vostri piedi, in questo giorno solennissimo della festa dei novelli vostri trionfi sulla terra degl'idoli e dei demoni, effondiamo con lacrime gli affetti del nostro cuore, e con la confidenza di figli vi esponiamo le nostre miserie.

Deh! da quel trono di clemenza ove sedete Regina, volgete, o Maria, lo sguardo vostro pietoso verso di noi, su tutte le nostre famiglie, sull'Italia, sull'Europa, su tutta la Chiesa; e vi prenda compassione degli affanni in cui volgiamo e dei travagli che ne amareggiano la vita. Vedete, o Madre, quanti pericoli nell'anima e nel corpo ne circondano: quante calamità e afflizioni ne costringono! O Madre, trattenete il braccio della giustizia del vostro Figliuolo sdegnato e vincete colla clemenza il cuore dei peccatori: sono pur nostri fratelli e figli vostri, che costarono sangue al dolce Gesù, e trafitture di coltello al vostro sensibilissimo Cuore. Oggi mostratevi a tutti, qual siete, Regina di pace e di perdono.

Salve Regina.

II. - È vero, è vero che noi per primi, benché vostri figliuoli, coi peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù, e trafiggiamo novellamente il vostro Cuore. Sì, lo confessiamo, siamo meritevoli dei più aspri flagelli. Ma Voi ricordatevi che sulla vetta del Golgota raccoglieste le ultime stille di quel sangue divino e l'ultimo testamento del Redentore moribondo. E quel testamento di un Dio, suggellato col sangue di un Uomo-Dio, vi dichiarava Madre nostra, Madre dei peccatori. Voi, dunque, come nostra Madre, siete la nostra Avvocata, la nostraSperanza. E noi gementi stendiamo a Voi le mani supplichevoli, gridando: Misericordia!

Pietà vi prenda, o Madre buona, pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri fratelli estinti, e soprattutto dei nostri nemici, e di tanti che si dicono cristiani, e pur dilacerano il Cuore amabile del vostro Figliuolo. Pietà, deh! pietà oggi imploriamo per le nazioni traviate, per tutta l'Europa, per tutto il mondo, che torni pentito al cuor vostro. Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia.

Salve Regina.

III. - Che vi costa, o Maria, l'esaudirci? Che vi costa il salvarci? Non ha Gesù riposto nelle vostre mani tutti i tesori delle sue grazie e delle sue misericordie? Voi sedete coronata Regina alla destra del vostro Figliuolo, circondata di gloria immortale su tutti i cori degli Angeli. Voi distendete il vostro dominio per quanto son distesi i cieli, e a Voi la terra e le creature tutte che in essa abitano sono soggette. Il vostro dominio si estende fino all'inferno, e Voi sola ci strappate dalle mani di Satana, o Maria.

Voi siete l'Onnipotente per grazia. Voi dunque potete salvarci. Che se dite di non volerci aiutare, perché figli ingrati ed immeritevoli della vostra protezione, diteci almeno a chi altri mai dobbiamo ricorrere per essere liberati da tanti flagelli.

Ah, no! Il vostro Cuore di Madre non patirà di veder noi, vostri figli, perduti. Il Bambino che noi vediamo sulle vostre ginocchia, e la mistica corona che miriamo nella vostra mano, c'ispirano fiducia che noi saremo esauditi. E noi confidiamo pienamente in Voi, ci gettiamo ai vostri piedi, ci abbandoniamo come deboli figli tra le braccia della più tenera fra le madri, ed oggi stesso, sì, oggi da Voi aspettiamo le sospirate grazie.

Salve Regina.

Chiediamo la benedizione a Maria.

Un'ultima grazia noi ora vi chiediamo, o Regina, che non potete negarci in questo giorno solennissimo. Concedete a tutti noi l'amore vostro costante, e in modo speciale la vostra materna benedizione. No, non ci leveremo dai vostri piedi, non ci staccheremo dalle vostre ginocchia, finché non ci avrete benedetti.

Benedite, o Maria, in questo momento, il Sommo Pontefice. Ai prischi allori della vostra Corona, agli antichi trionfi del vostro Rosario, onde siete chiamata Regina delle vittorie, deh! aggiungete ancor questo, o Madre: concedete il trionfo alla Religione e la pace alla umana società. Benedite il nostro Vescovo, i Sacerdoti e particolarmente tutti coloro che zelano l'onore del vostro Santuario.

Benedite infine tutti gli Associati al vostro novello Tempio di Pompei, e quanti coltivano e promuovono la divozione al vostro Santo Rosario.

O Rosario benedetto di Maria; Catena dolce che ci rannodi a Dio; Vincolo di amore che ci unisci agli Angeli; Torre di salvezza negli assalti d'inferno; Porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell'ora di agonia; a te l'ultimo bacio della vita che si spegne. E l'ultimo accento delle smorte labbra sarà il nome vostro soave, Regina del Rosario della Valle di Pompei, o Madre nostra cara, o unico Rifugio dei peccatori, o sovrana Consolatrice dei mesti. Siate ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo. Così sia.

Salve Regina.

(testo della Supplica scritta dal beato Bartolo Longo)


Via Crucis

"Fra le pratiche verso la Passione, la Via Crucis è la più efficace per convertire i pecca­tori, per restituire il fervore ai tiepidi, per san­tificare i giusti" (Papa Benedetto XIV).

"La Via Crucis basta da sola a santificare una parrocchia" (San Leonardo da Porto Maurizio O.F.M.).

"Come il Rosario è il Breviario del Vangelo, così la Via Crucis è il Compendio della Passio­ne" (Beato Idelfonso Schuster, cardinale arcivescovo di Milano).

La Via Crucis fa rivivere il viaggio doloroso di Gesù verso il Calvario. Fallo in compagnia di Maria. Da lei imparerai a comprendere, a compatire e a consolare le sofferenze di Gesù.

I vari quadri della Passione e Morte di Ge­sù devono spingerti a meditare e a riflettere all'amore infinito di Dio verso gli uomini e al­la gravità del peccato mortale. Per espiarlo fu necessaria la morte del Figlio di Dio.

Piangi i tuoi peccati che lo hanno crocifisso e proponi di cambiare vita.

"Badate di più a quello che Dio vi chiede che a quello che sentite in voi" (S. Maria Maddalena de' Pazzi O.C.D.)

Preghiera

Mio Salvatore e mio Dio, eccomi ai tuoi piedi, pentito di tutti i miei peccati che so­no stati la causa della tua morte. Dammi la grazia di accompagnarti nel­la via dolorosa per meritare il tuo perdo­no e la tua grazia.


I STAZIONE: Gesù condannato a morte

- Ti adoriamo Cristo e Ti benediciamo perchè con la tua santa Croce hai redento il mondo. 

Pilato cede alle insistenze della folla in­ferocita che grida sempre più forte: "Sia crocifisso!", ed emana la sentenza di mor­te contro l'innocente Gesù.

Il Figlio di Dio viene dichiarato colpe­vole dalla giustizia umana, invece è l'uo­mo il vero colpevole di quella condanna ingiusta.

Gesù tace e accetta liberamente di mo­rire per la nostra salvezza.

O bontà infinita del mio Dio, ti chiedo perdono dei miei peccati con i quali tante volte ho rinnovato la tua condanna a mor­te. Pater... Ave...

Santa Madre, deh! voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.


II STAZIONE: Gesù prende la croce

Ti adoriamo Cristo e Ti benediciamo perchè con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Dopo la sentenza di morte, viene posta sulle spalle piagate di Gesù una pesante croce.

Quanta ingratitudine! Gesù offre al­l'uomo la salvezza e l'uomo dona al Signo­re una dura croce carica di tutti i peccati.

Egli l'abbraccia con amore e la porta fi­no al Calvario. E quando sarà innalzata, diventerà strumento di salvezza, segno di vittoria.

O Gesù, aiutami a seguirti con amore nella via dolorosa del mio calvario e a portare con pazienza le piccole croci di ogni giorno.  Pater... Ave...

Santa Madre, deh! voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.


III STAZIONE: Gesù cade la prima volta

 - Ti adoriamo Cristo e Ti benediciamo perchè con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Gesù cammina lentamente per la via dolorosa del Calvario, ma non regge allo sforzo e cade pesantemente a terra, schiacciato sotto il peso della croce.

Non è il legno a rendere pesante la cro­ce di Gesù, ma il disprezzo e la cattiveria degli uomini.

Egli è diventato in tutto simile a noi, si è fatto debole per essere la nostra forza. O Gesù, la tua caduta sia la mia forza nelle tentazioni, mi aiuti a non cadere in peccato, a rialzarmi subito dopo la cadu­ta.  Pater... Ave...

Santa Madre, deh! voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.


IV STAZIONE: Gesù incontra la sua SS. Madre

- Ti adoriamo Cristo e Ti benediciamo perchè con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Maria ha visto cadere suo Figlio. Si av­vicina e vede il santo Volto coperto di san­gue e di piaghe. Non ha più forma né bel­lezza.

I suoi occhi s'incontrano con quelli di Gesù in uno sguardo senza parole, pieno di amore e di dolore.

Sono stati i peccati a sfigurare il Volto del Figlio e a trapassare l'anima della Ma­dre con la spada del dolore.

O Vergine Addolorata, quando soffro e sono provato, fa' che il tuo sguardo ma­terno mi sia di aiuto e di conforto. Pater... Ave...

Santa Madre, deh! voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.


V STAZIONE: Gesù aiutato dal Cireneo

- Ti adoriamo Cristo e Ti benediciamo perchè con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Gesù non regge più al peso della croce e i carnefici, temendo che possa morire lungo la via del Calvario, costringono un uomo di Cirene ad aiutarlo.

L'uomo aveva peccato. Era giusto che fosse lui a scontare, portando la pesante croce delle sue colpe. E invece si rifiuta sempre, o, come il Cireneo, la prende so­lo per forza.

O Gesù, è mia quella croce che tu porti con tanto amore. Lascia almeno che ti aiuti a portarla con generosità e pazienza.   Pater... Ave...

Santa Madre, deh! voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.


VI STAZIONE: La Veronica asciuga il volto di Gesù

- Ti adoriamo Cristo e Ti benediciamo perchè con la tua santa Croce hai redento il mondo. 

Una donna, vincendo la paura e il ri­spetto umano, si avvicina a Gesù e gli asciuga il volto coperto di sangue e di pol­vere.

Il Signore premiò il coraggioso gesto di Veronica lasciando impresso sul lino l'im­magine del suo Volto.

Nel cuore di ogni cristiano vi è stampa­ta l'immagine di Dio che solo il peccato può cancellare e sfigurare.

O Gesù, prometto di vivere santamente per portare impressa per sempre nella mia anima l'immagine del tuo Volto, pronto a morire piuttosto che commettere un peccato.   Pater... Ave...

Santa Madre, deh! voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.


VII STAZIONE: Gesù cade la seconda volta

- Ti adoriamo Cristo e Ti benediciamo perchè con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Gesù, indebolito dalle percosse e dal sangue versato, cade una seconda volta sotto la croce. Quanta umiliazione! Il Re di maestà e di potenza che ha creato i cie­li e il mondo, ora giace a terra oppresso dai nostri peccati.

Quel Corpo sfinito e umiliato nella pol­vere, nasconde un Cuore divino che ama e palpita per gli uomini ingrati.

O mansuetissimo Gesù, dinanzi a tanta umiltà, mi sento confuso e pieno di vergo­gna. Umilia il mio orgoglio e rendimi do­cile ai tuoi richiami di amore.  Pater... Ave...

Santa Madre, deh! voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.


VIII STAZIONE: Gesù incontra le pie donne

- Ti adoriamo Cristo e Ti benediciamo perchè con la tua santa Croce hai redento il mondo. 

Tra la folla che segue Gesù, un gruppo di pie donne di Gerusalemme, spinte dal­la compassione e dall'amore, gli vanno in­contro piangendo i suoi dolori.

Confortato dalla loro presenza, Gesù trova la forza di svelare loro che il dolore più grande a farlo soffrire è l'ostinazione degli uomini nel peccato. Per questo la sua morte sarà inutile per molti.

O mio addolorato Signore, mi unisco al gruppo delle pie donne per piangere i tuoi dolori, causati dai miei frequenti peccati.  Pater... Ave...

Santa Madre, deh! voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.


IX STAZIONE: Gesù cade la terza volta

- Ti adoriamo Cristo e Ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Gesù è ormai sfinito dalle sofferenze. Non ha più forza per camminare, barcolla e cade di nuovo pesantemente sotto la croce, bagnando per la terza volta la terra di sangue.

Nuove piaghe si aprono sul Corpo di Gesù, e la croce, premendo sulla testa, rinnova i dolori della coronazione di spi­ne.

Misericordioso Signore, le mie ricadute nel peccato, dopo tante promesse, sono la vera causa delle tue cadute. Ti chiedo di farmi morire piuttosto che nuovamente offenderti con il peccato.  Pater... Ave...

Santa Madre, deh! voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.


X STAZIONE: Gesù spogliato delle vesti

- Ti adoriamo Cristo e Ti benediciamo perchè con la tua santa Croce hai redento il mondo. 

Giunto sul Calvario, un'altra umiliazio­ne attende il Figlio di Dio: viene spogliato delle vesti.

Solo quelle erano rimaste a Gesù per proteggere il suo Corpo. Ora gliele strap­pano davanti agli sguardi cattivi del popo­lo.

La Vittima purissima, nel suo corpo spogliato, sconta in silenzio le nostre im­modestie, nudità e impurità.

O Gesù, concedimi, per il tuo pudore violato, di espiare tutti i peccati impuri che si commettono nel mondo.  Pater... Ave...

Santa Madre, deh! voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.


XI STAZIONE: Gesù inchiodato sulla croce

- Ti adoriamo Cristo e Ti benediciamo perchè con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Gesù, steso sulla croce, apre le braccia al supremo supplizio. Su quell'altare l'A­gnello immacolato consuma la sua offer­ta, il grande sacrificio.

Gesù si lascia inchiodare sull'infame patibolo espiando nel dolore i nostri pec­cati. Le sue mani e i suoi piedi vengono trapassati da grossi chiodi e confitti al le­gno. Quanti colpi straziano quel Corpo di­vino!

O Vittima innocente, voglio unirmi an­ch'io al tuo sacrificio, inchiodando per sempre su quella croce tutto me stesso.  Pater... Ave... 

Santa Madre, deh! voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.


XII STAZIONE: Gesù muore in croce

- Ti adoriamo Cristo e Ti benediciamo perchè con la tua santa Croce hai redento il mondo. 

Ecco Gesù innalzato sulla croce! Da quel trono di dolore Egli ha ancora parole di amore e di perdono per i suoi carnefici.

Accanto alla croce, la Madre, impietrita dal dolore, segue la lunga e peno­sa agonia del Figlio e lo vede morire come un malfattore.

Il peccato ha ucciso l'Amore e per il peccato l'Agnello divino ha versato il suo sangue.

O Maria, voglio unirmi anch'io al tuo dolore e piangere con te la morte del tuo e mio unico Bene, promettendoti di non più offenderlo con il peccato.  Pater... Ave...

Santa Madre, deh! voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.


XIII STAZIONE: Gesù deposto dalla croce

- Ti adoriamo Cristo e Ti benediciamo perchè con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Gesù viene staccato dalla croce e depo­sto tra le braccia della Madre. L'addolora­ta Maria può finalmente stringere di nuo­vo a sé quell'adorabile Corpo e coprirlo di carezze e di baci.

La Madre piange il Figlio che non ha più, ma piange soprattutto per i peccati degli uomini che sono stati la causa della sua morte.

O Madre santa, lascia che anch'io im­prima un bacio sulle piaghe di Gesù in ri­parazione delle mie colpe e con l'impegno di iniziare una vita nuova di amore e di sacrificio.  Pater... Ave...

Santa Madre, deh! voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.


XIV STAZIONE: Gesù deposto nel sepolcro

- Ti adoriamo Cristo e Ti benediciamo perchè con la tua santa Croce hai redento il mondo. 

Al termine della via dolorosa, una tom­ba accoglie il Figlio di Dio. Prima che la tomba si chiuda, Maria e i discepoli getta­no un ultimo sguardo su Gesù con gli oc­chi pieni di lacrime.

Quelle ferite alle mani, ai piedi, al co­stato, sono i segni del suo amore per noi. La morte, la tomba, tutta la vita di Gesù parlano di amore, dell'incredibile amore di Dio verso l'umanità.

O Maria, uno sguardo anche per me sul Corpo piagato di Gesù, per imprimere nel mio cuore i segni del suo amore crocifis­so.  Pater... Ave...

Santa Madre, deh! voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.


Réquiem aetérnam dona eis, Dómine,
et lux perpétua lúceat eis.
Requiéscant in pace. Amen



Venerdì di Quaresima nel Rito Ambrosiano

QUARESIMA AMBROSIANA

  "El Tredezin de Marz" 

Il 13 MARZO si commemora la fondazione della Chiesa di Milano da parte dell'apostolo Barnaba.

"El Tredezin de Marz" è la festa milanese dedicata ai fiori, che annunciano la primavera e ricordano l'ingresso di San Barnaba a Milano nel 51 d.C., epoca dell'inizio del suo apostolato. E' una ricorrenza che si richiama in parte alla storia e in parte alla leggenda e che racconta come l'Apostolo, munito di una croce, abbia abbattuto tutti gli idoli pagani presenti in città e abbia poi conficcato la croce stessa in una pietra circolare bucata al centro e segnata da tredici tacche a raggio. Sorgerà in seguito, attorno a quest'ultima, la chiesetta di San Dionigi, detta del "Tredesin de Marz", e questo episodio viene ricordato con un'infiorata e una lapide latina nella chiesa di      S. MARIA AL PARADISO, C.so di Porta Vigentina, 14 - Milano.


Pellegrinaggio in Terra Santa

        21-28 aprile 2019

La S. Messa e le altre funzioni religiose saranno celebrate in Rito Ambrosiano Antico.

Mons. Francesco Braschi, dottore della Biblioteca Ambrosiana, accompagnerà i fedeli durante il pellegrinaggio.

PROGRAMMA:

1° giorno ITALIA-TEL AVIV-NAZARETH Partenza con volo per Tel Aviv. Operazioni di ingresso, proseguimento per Nazareth con pullman riservato. Sistemazione in albergo. 

2°giorno NAZARETH - TABOR - CANA Visita alla chiesa greco-ortodossa dell'arcangelo Gabriele e alla fontana della Vergine. Basilica dell'Annunciazione, Museo archeologico francescano, chiesa di San Giuseppe, sinagoga. Cana. Salita (con minibus) sul monte Tabor, la vetta della Trasfigurazione. Santa Messa nel corso della giornata.

3° giorno NAZARETH - ESCURSIONE LAGO DI TIBERIADE Partenza per il lago di Tiberiade, testimone di molti episodi della vita pubblica di Gesù e visite a: Tabgha e la chiesa del Primato di Pietro, scavi di Cafarnao con la casa di Pietro, Sinagoga, Monte delle Beatitudini. Santa Messa nel corso della giornata.

4° giorno NAZARETH - GERICO - BETLEMME Partenza per il luogo del Battesimo e Wadi Kelt. Santa messa. Trasferimento a Gerico (sicomoro di Zaccheo) e prosecuzione per Betlemme.

5° giorno BETLEMME Partenza per visite a: Basilica della Natività, Grotte di San Gerolamo, Grotta del latte, e Campo dei pastori. Nel pomeriggio visita di Ain Karem, della chiesa di S. Giovanni Battista e del Santuario della visitazione. Celebrazione della Santa Messa. Partenza per Gerusalemme. Sosta al Muro del pianto.

6° giorno GERUSALEMME Giornata dedicata alla visita della città: edicola dell'Ascensione, Monte degli Ulivi, chiesa del Padre nostro, Dominus Flevit, Orto del Getsemani, Basilica del Getsemani (o dell'Agonia), ecc. Santa messa nel corso della giornata.

7° giorno GERUSALEMME Visita alla chiesa di S. Anna, con la piscina probatica, Via Dolorosa (via Crucis), Basilica della Risurrezione con il Santo Sepolcro e il Calvario. Nel pomeriggio visite a: chiesa della Dormizione, Cenacolo, San Pietro in Gallicantu. Santa Messa nel corso della giornata.

8° giorno GERUSALEMME-TEL AVIV-ITALIA Visite in città a seconda del volo di rientro. Trasferimento in aeroporto, imbarco per l'Italia con volo diretto.

INFORMAZIONI: 

https://www.russiacristiana.org/itinerari/terra-santa-pasqua-2/

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